Giovani Comunisti di Sinistra Comunista*

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domenica 3 maggio 2009

Sciopero Alitalia

A 4 mesi dalla traumatica nascita della nuova compagnia, l’analisi sullo stato di cose porta ineludibilmente alla considerazione che la pace sociale non possa essere garantita nella nuova Azienda. Sulla scorta di questa semplice constatazione, SdL ha deciso di riprogrammare lo sciopero previsto l’8 aprile scorso, sospeso a causa del drammatico terremoto che ha colpito l’Abruzzo, al 4 maggio prossimo.Ci sono situazioni che impongono scelte chiare e nette e quella attuale è una di questi casi.Infatti, la situazione all’interno dell’Azienda è impietosa:
  • Rimangono intatte le ferite aperte dal processo delle assunzioni, primo fra tutti le esclusioni delle categorie protette;
  • Vengono sistematicamente compressi, e in molti casi del tutto negati, i diritti sociali legati alla tutela della famiglia e all’assistenza dei disabili;
  • Interi settori operativi sono sottoposti a lavorare sotto organico, vedi le centinaia di voli operati con equipaggio incompleto, ed a ritmi allucinanti;
  • Si deroga continuamente alle normative ministeriali di riferimento per l’impiego dei naviganti e del personale tecnico certificato;
  • In particolare nei settori operativi, le prime buste paga CAI mostrano decurtazioni notevolmente superiori a quanto pattuito;
  • Ha avuto inizio una politica aziendale tesa a colpire attraverso sanzioni disciplinari qualsiasi forma di non sottomissione alle “nuove” logiche aziendali;
  • Ultimo, ma non meno importante, la prevista fusione a breve delle Compagnie del Gruppo produrrà altre centinaia di esuberi, mettendo in discussione il destino dei “sopravvissuti” a partire dalle centinaia di contratti a tempo determinato, e chiudendo ulteriormente le porte a cassaintegrati e precari.
  • Per quanto riguarda le migliaia di lavoratori esclusi dalla nuova azienda, rimangono sul tappeto i drammatici problemi di prospettiva. Nonostante le proposte e gli inviti da parte delle Istituzioni, la CAI continua a chiudere la porta a qualsiasi ipotesi di solidarietà interna o part-time in entrata che possa offrire nuove opportunità di recupero dell’occupazione
  • Gli stessi lavoratori appartenenti a settori e/o aziende non ricomprese nel perimetro aziendale non vedono tuttora alcuna certezza del loro futuro (Alitalia Maintenance System, Atitech. La modalità con la quale la stessa Azienda ha gestito le ultime poche assunzioni degli Assistenti di Volo mortifica la storia e la vita sociale delle persone escluse. Ciò appare più una minuziosa opera di esclusione piuttosto che di recupero del personale, aggravando lo stress al quale queste persone sono sottoposte.
  • Infine, permane il totale silenzio sulla lista per le future assunzioni sia per il personale in Cigs sia per i precari assunti.

Non riteniamo che questa analisi sia patrimonio esclusivo di SdL, anzi, notiamo che molte altre Organizzazioni, comprese quelle della firma della prima ora, constatino che l’atteggiamento aziendale non solo viola le pur minime regole pattuite ma è teso a scardinare completamente qualsiasi forma di tutela collettiva del lavoro.
Lo stesso progetto “People Care” è sintomatico: vogliamo invitare tutti i lavoratori a riflettere bene su come si possa da una parte violare, negare, comprimere ed espellere diritti e persone, e dall’altra promettere benefici reali che incidano sulle collettività piuttosto che su una ristretta cerchia di accoliti. La Fiat di Valletta sperimentò questo 40 anni fa! Riflettiamo bene…
Qualsiasi progetto messo in piedi con questi presupposti non può durare molto a lungo.
Occorre manifestare in tutti i modi il disagio ed il dissenso che cova sotto un apparente calma sociale per potersi riappropriare dei diritti e delle tutele negate da CAI.
Occorre ridare forza alla solidarietà tra gli assunti e gli esclusi, tra categorie e tra pezzi di categoria, anche se è difficile parlarne quando equipaggi partono fuori ore o quando vengono effettuate migliaia di ore di straordinario nei vari settori di terra, operativi e non.
La stessa questione deve essere sollevata anche coinvolgendo i lavoratori del Gruppo AirOne, fino ad ora spettatori del disastro, ma da domani parte integrante di un unico progetto, con l’obiettivo di far diventare la fusione un’occasione per estendere il dissenso, piuttosto che aggiungere altri disastri a quelli già commessi.
In poche parole, occorre dimostrare che il “laboratorio CAI” non sta funzionando per niente e che la coscienza sociale del lavoratore, soprattutto quello attivo, non può essere annichilita.
Il 4 maggio è un’occasione per mettere in difficoltà questo sistema; non è la prima e non sarà l’ultima.
Siamo ben coscienti che questo è un percorso difficile e pieno di ostacoli, ma se ogni singolo lavoratore condividerà anche solo una parte delle analisi di SdL, anche lui, come noi, non potrà garantire la pace sociale a questi signori.
L’obiettivo è ricostruire realmente, e non solo nelle dichiarazioni di intenti e negli slogan pubblicitari, un’Azienda che possa garantire non solo maggiore e migliore occupazione, ma anche rispetto e dignità per il lavoro, all’interno di un progetto industriale che sia basato sullo sviluppo e non solo sul risparmio selvaggio sulla pelle dei lavoratori e sulle spalle dei contribuenti.

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