Giovani Comunisti di Sinistra Comunista*

per una svolta a sinistra tra i Giovani Comunisti!

sabato 4 settembre 2010

Comunicato sul Coordinamento Nazionale del 1 settembre 2010

Come membri del Coordinamento Nazionale dei Giovani Comunisti ci sentiamo in dovere di denunciare il grave atto lesivo della democrazia interna e della legittimazione stessa di quell’organismo dirigente di cui facciamo parte a cui abbiamo dovuto assistere ieri 1 settembre, in occasione della convocazione del Coordinamento Nazionale nell’ambito del Campeggio estivo Alternativa Rebelde. I Portavoce Nazionali hanno infatti deciso, pur mancando il numero legale e dunque non potendosi a norma di Statuto prendere alcuna decisione vincolante per il Coordinamento e per l’organizzazione tutta, di presentare e mettere ai voti un documento politico che impone una brusca accelerata al processo di aggregazione della nostra struttura giovanile in un soggetto più ampio. Come ulteriore strappo al normale funzionamento che un partito democratico e partecipativo come il nostro dovrebbe avere, in coda all’assemblea ed alla votazione degli ordini del giorno è stata messa ai voti la composizione (nomi e deleghe) di un “Esecutivo transitorio”, senza che durante l’assemblea i Coordinatori avessero aperto alcuna discussione sul costituendo organismo, senza che alcun membro di questo si esprimesse circa le proprie linee di azione, la propria delega e le proprie proposte programmatiche. Un organismo esecutivo non può essere eletto in assenza del numero legale, con un disprezzo senza eguali nella storia della nostra organizzazione verso le comuni regole democratiche.

Altra “innovazione” è la convocazione infrasettimanale del coordinamento nazionale, in una data (1 settembre) dove chi lavora è praticamente impossibilitato a poter chiedere ferie, in un posto periferico, a differenza persino dei campeggi degli scorsi anni, dove il coordinamento era convocato il sabato: non vorremmo che questo fosse il metro di come i GC si rivolgono ai giovani precari.

Quanto avvenuto ci risulta inammissibile sia da un punto di vista di merito che di metodo. Sul piano del merito, riteniamo molto preoccupante il contenuto del documento votato che, avanzando chiaramente sul piano del fusionismo con la FGCI e distorcendo dunque le linee programmatiche definite solo sei mesi fa nell’ambito della Conferenza Nazionale, avrebbe richiesto perlomeno un supplemento di discussione nei territori. Inoltre, non possiamo che condannare con decisione l’assoluta carenza di proposta nel documento circa il rilancio della nostra organizzazione e l’assenza di prospettive politiche; tutto ciò di fronte ad una fase politica che, invece, dovrebbe vederci nel prossimo autunno profondamente impegnati nel conflitto capitale-lavoro, nella difesa del diritto all’istruzione, nella battaglia antifascista.

Sul piano del metodo, non possiamo non sottolineare l’assoluta gravità della forzatura che si è voluta perpetrare mettendo ai voti un documento di tale importanza e che risultasse “vincolante sin da domani” per volere dei coordinatori, senza che all’assemblea di mercoledì fossero presenti membri sufficienti per il raggiungimento del numero legale. Lamentiamo questo non per attaccamento formale alle regole, ma perché con il mancato rispetto dei basilari principi di democrazia della nostra organizzazione ciò che si va a legittimare è la decisione autoritaria di pochi. Ieri ciò cui abbiamo assistito è stata un’apologia della decisione “informale” e collettiva che nulla nascondeva se non brutte pratiche di plebiscitarismo che credevamo superate nella nostra organizzazione, e che invece oggi paiono ripresentarsi più prepotentemente. Non riconoscendo dunque alcuna legittimità decisionale a quell’assemblea, e volendo tutelare le regole di democrazia ed i compagni sui territori, abbiamo deciso di astenerci da tutte le votazioni che si sono tenute in quella sede.


02-09-2010

Daniele Maffione

Giovanni Savino

Margherita Colella

Chiara Pollio