domenica 20 dicembre 2009
Tre emendamenti per rifondare i Giovani Comunisti
Sinistra Comunista parteciperà alla IV Conferenza nazionale dei Giovani Comunisti presentando dei propri emendamenti nazionali al primo Documento, “Giovani Comuniste/i: Una generazione di sogni, conflitti e rivoluzioni”. Allo sbarramento delle 150 firme, richieste dal Regolamento nazionale, quest’area ha risposto consegnando ben 217 firme, raccolte in dodici regioni diverse, che sono state consegnate nei tempi previsti e con un rigore ineccepibile, superando addirittura il numero di adesioni previste per presentare un documento alternativo!
Questo risultato è dato da una straordinaria mobilitazione dei nostri militanti nei territori, prodottasi in pochi giorni, dimostrando che la nostra non è un’area esistente solo “sulla carta”, come nel caso del ceto politico di altre componenti di questa organizzazione, che decidono a tavolino il proprio peso nei futuri organismi dirigenti. Sinistra Comunista è una componente che ha una forte vocazione unitaria e vive a contatto quotidiano coi circoli territoriali e fra la base della nostra organizzazione, godendo di ampio consenso. Ad un anno e tre mesi dalla sua costituzione, quest’area culturale e programmatica, che fa del conflitto sociale, dell’organizzazione collettiva e della formazione teorica i propri punti di forza, presenterà dunque tesi integrative e sostitutive al primo Documento. Questa scelta è maturata nel tentativo di dare una prospettiva unitaria alla nostra organizzazione, ma anche con l’idea di non appiattirsi in un unanimismo sui contenuti espressi nel primo Documento. Riteniamo, infatti, questo testo largamente condivisibile e cogliamo in esso il tentativo di superare i frazionismi interni, ma ne vediamo anche i limiti analitici, che si concretizzano nella mancanza di proposta politica su alcuni temi strategici, che con i nostri emendamenti vogliamo superare. Infatti, le nostre tesi, costruite tramite un’elaborazione collettiva, colgono esattamente l’esigenza di aprire un confronto più ampio nei Giovani Comunisti: “Antifascisti nelle lotte” (integrazione alla tesi n.8), “Le/i Giovani Comuniste/i in prima linea per la difesa dei beni comuni” (integrazione alla tesi n.15) e “Giovani Comuniste/i: l’unità, il conflitto, la rifondazione comunista” (sostitutiva tesi n.25) sono gli emendamenti che presenteremo con questa prospettiva. Su una di queste tesi (quella sui beni comuni), tra l’altro, abbiamo costruito una convergenza unitaria anche con altre componenti di base della nostra organizzazione, a discapito di chi ci presenta come un’area frazionista nel primo Documento.
I compagni di Sinistra Comunista si sono fortemente battuti in tutti questi mesi per dare alla nostra organizzazione un assetto unitario ed una prospettiva rivoluzionaria ai G.C., ma finora siamo stati puntualmente esclusi da qualsiasi organismo di direzione politica o gestionale. Nonostante questo, mentre altri s’impegnavano nelle strategie pre-congressuali, abbiamo garantito l’unità nella base dell’organizzazione, fornendo una forte proiezione nel conflitto, dalla contestazione ai vertici del G8 alla lotta contro i rigurgiti neo-fascisti, dalla campagna elettorale all’impegno dato nelle Brigate di solidarietà attiva in Abruzzo. Abbiamo messo in luce i limiti dei Giovani Comunisti nella lotta di classe, proiettandoli dentro le lotte del precariato e della classe operaia, ed abbiamo promosso addirittura una scuola di formazione nazionale a Rocca di Papa (Rm), che ha fornito dei primi strumenti ideologici e culturali a tanti militanti, colmando una grave lacuna del Partito.
Oggi riassumiamo le nostre posizioni e la nostra esperienza in tre emendamenti, che mettiamo a disposizione di tutti i Giovani Comunisti, per costruire una proposta politica unitaria ed una prospettiva rivoluzionaria, che parta dalla rifondazione di un pensiero ed un’organizzazione marxista. Per noi la rifondazione comunista è quanto mai necessaria, in tempi in cui il capitalismo produce ancora piu’ ingiustizia e sfruttamento, che il governo Berlusconi e la destra eversiva traducono in restringimento della democrazia, attacco ai lavoratori e repressione politico-sociale. Alla base dei nostri emendamenti sta l’idea che le giovanili dei partiti comunisti, per loro vocazione generazionale, sentano di piu’ l’esigenza del conflitto. Questa cosa ha sempre collocato i giovani comunisti, in ogni tempo e paese, più a sinistra dei propri partiti, poiché essi spingevano le proprie organizzazioni nel vivo della lotta di classe e dei rivolgimenti sociali.
Pertanto, chiediamo a tutti i Giovani Comunisti che sentono l’esigenza di tenere unita l’organizzazione, ma anche di esprimere con forza le proprie idee, di sostenere alla IV Conferenza nazionale il primo Documento, votando i nostri emendamenti. Noi chiediamo a tutta la base di rafforzare quell’idea d’intellettuale collettivo, elaborata da Antonio Gramsci, con la quale costruire un soggetto autenticamente rivoluzionario, che sia finalmente all’altezza delle sfide dei nostri tempi!
Emendamenti al primo documento per la IV Conferenza dei GC
Giovani Comunisti: l’unità, il conflitto, la rifondazione comunista (Emendamento sostitutivo alla tesi n° 25)
“Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza.
Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo,
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza.”
Antonio Gramsci
Il nostro Partito é da tempo impegnato nella costruzione del percorso della Federazione della Sinistra. L'idea che ne sta alla base é quella della creazione di un fronte ampio di tutte le forze che si collocano alla sinistra del Partito Democratico, che possa arrivare ad intercettare il consenso di quei soggetti più deboli delusi dalle forze di sinistra.
La costruzione di un polo della sinistra d'alternativa autonomo dal PD costituisce un'esigenza obiettiva alla luce delle attuali dinamiche di conflitto e degli effettivi rapporti di forza esistenti. Tuttavia, non si può fare a meno di constatare che l’attuale processo di costruzione della Federazione, così come si sta sviluppando, non contempla un’alternativa attraverso una trasformazione in senso comunista della società; é evidente l'assenza, anche nello statuto costitutivo, di riferimenti alle conquiste del movimento operaio e ad un’interpretazione marxista della realtà, che prospettino il superamento in senso rivoluzionario del capitalismo. Se dunque non va condannata la Federazione in sé, critichiamo però le modalità con la quale essa si è costituita e ciò che essa rischia di diventare. Tale struttura, infatti, senza il riferimento ad un progetto politico ed un'identità ben definiti e marcatamente anticapitalisti, rischia di divenire un contenitore di forze con diverse opzioni strategiche sui temi del lavoro, delle alleanze politiche e della lotta al Capitale e che hanno il solo obiettivo di crescere in termini elettorali. Questo processo rappresenta la messa in discussione della “svolta a sinistra” di Chianciano, con cui poco più di un anno fa la maggioranza del nostro Partito decideva di difendere la propria autonomia politica e di rilanciare il progetto della rifondazione comunista. Se a Chianciano il Partito scelse di partire “dal basso” e “a sinistra”, il progetto della Federazione rischia di divenire una fusione operata “dall’alto” a “destra”. Su base giovanile, tale processo spingerebbe i G.C. a rinunciare di fatto alla loro autonomia e perdere quel patrimonio di storia ed esperienza che li ha resi in passato un soggetto riconosciuto dai movimenti e con un proprio radicamento politico.
Siamo invece convinti che la ricostruzione della Sinistra d’alternativa in Italia passi dal rafforzamento del nostro Partito e della sua organizzazione giovanile. In primo luogo, dobbiamo porre le basi perché Rifondazione Comunista, ed innanzitutto i G.C., diventino un nuovo “intellettuale collettivo”, in cui tutti i soggetti della produzione materiale ed intellettuale, dall'operaio al docente universitario, divisi e contrapposti dal capitalismo, possano comporre una lettura critica dell'intera società borghese ed elaborarne il superamento. E’ per questo che proponiamo l’istituzione di una vera e propria scuola di formazione politica, che è da lungo tempo un’esigenza della nostra base. In secondo luogo, con il recupero di un’analisi marxista, dobbiamo farci in grado di lanciare una sfida egemonica alle destre istituzionali e di contrastare efficacemente i rigurgiti neo-fascisti. A partire da un’approfondita analisi del conflitto capitale-lavoro, i G.C. vanno messi in condizione di ricostruire un proprio insediamento tra le nuove generazioni, colpite dal precariato lavorativo e dall’alienazione sociale prodotti dal capitalismo; di ridiventare un’organizzazione conflittuale, capace di animare le battaglie tra i giovani lavoratori, studenti e immigrati, rilanciando una nuova prospettiva rivoluzionaria. La lotta, il rafforzamento dell’organizzazione e la formazione teorica serviranno ai G.C. per attualizzare la rifondazione di un pensiero e di un Partito Comunista. Solo in questo modo potremo costruire un Polo anticapitalista che parta dall’unità delle lotte dal basso per operare la convergenza di tutte le forze della sinistra di classe.
Primi firmatari:
Daniele Maffione
Chiara Pollio
Mattia Celsi
Marco Nebuloni
Cosimo Bruzzo
Erwin Dorigo
Beniamino Simioli
Davide Di Rado
Marco Contu
Mauro Azzolina
Maria Masone
Massimo Lorusso
Antonio Callà
Grazia Di Ottavio
Lorenzo Scoccati
Roberto De Filippis
Le/i Giovani Comuniste/i devono lottare per la difesa dei beni comuni e nel contrasto alla militarizzazione del territori.
Lottare oggi per i beni comuni significa adottare una posizione anticapitalista, a partire da una critica delle forme sfrenate di neoliberismo che, nell’ottica economica della mercificazione, arrivano ad aberrazioni quali la privatizzazione di risorse comuni e vitali come l’acqua. Nel nostro Paese abbiamo centinaia di fonti idriche che, privatizzate per la commercializzazione in bottiglia, sono state sottratte alle comunità locali per corrispettivi irrisori. E con il decreto Ronchi, che punta alla conversione delle aziende pubbliche di gestione in S.P.A. orientate al profitto e alla riduzione al minimo dei costi, la situazione è destinata a peggiorare. I risultati saranno l’esclusione delle fasce deboli dall’accesso all’acqua, la diminuzione dei controlli, i tagli al personale qualificato. La nostra iniziativa in tal senso ci deve vedere in prima linea in una battaglia sui territori tramite campagne d’appoggio a proposte di legge d’iniziativa popolare con tali obiettivi: ripubblicizzazione dell'acqua, erogazione di un quantitativo minimo pro-capite gratuito, ristrutturazione della rete idrica, introduzione della tariffazione progressiva.
La seconda questione sulla quale soffermarsi riguarda gli attuali modelli fallimentari di gestione dei rifiuti. Il sistema di smaltimento in Italia, basato sullo schema “produzione-utilizzo-messa in discarica-incenerimento”, risulta non sostenibile e deleterio per i territori e la salute delle persone. Quel che è peggio è che in Italia gli inceneritori vengono costruiti grazie ai proventi statali derivanti da voci di bolletta che dovrebbero essere destinati a fonti di energia pulita e rinnovabile. Un regalo del centro-sinistra prima della caduta del governo Prodi che equipara gli impianti a biomassa a quelli fotovoltaici ed eolici. Per non parlare dei rischi ben maggiori per la salute che derivano dalla fermentazione della frazione umida, che ad oggi non viene trattata in adeguati siti di compostaggio. Come G.C. dobbiamo batterci per l'alternativa di una produzione degli oggetti che possa prevedere, dopo il primo ciclo di utilizzo, un recupero integrale, attraverso un processo di riciclo virtuoso e sistematico. Come riferimento va utilizzato un modello di filiera di smaltimento dei rifiuti che prenda spunto dalla piattaforma “Rifiuti Zero”: riduzione a monte dei rifiuti, creazione di un piano rifiuti cittadino capace di dare nuova occupazione, creazione degli impianti di riciclaggio, raccolta differenziata porta a porta e, nelle grandi città, creazione di impianti T.M.B. (Trattamento Meccanico Biologico) o sistemi similari per il trattamento della frazione umida.
Oggi l’approvvigionamento energetico e la questione ambientale sono temi strettamente connessi e d’importanza vitale per il nostro Paese. I G.C. intendono criticare fortemente la linea demagogica e incostituzionale dell’attuale governo che, contravvenendo ad un Referendum Popolare sull’abolizione delle centrali nucleari, propone alle comunità locali l’installazione obbligatoria di tali impianti. Questi, così come le discariche o le grandi opere interessate da forti opposizioni locali e nazionali, vengono classificate come siti di “Interesse Strategico Militare”. Un decreto legge, varato ad hoc durante le mobilitazioni della popolazione campana contro l’apertura di nuove discariche, prevede l’interruzione delle normali garanzie democratiche in precise aree del territorio italiano, in contrasto con il principio della trasparenza e violando dunque direttamente il diritto di informazione e il collegato diritto di critica, così come tutelati dall’art. 21 della Costituzione. Queste lotte si intersecano dunque inevitabilmente con le lotte alla militarizzazione del territorio e quindi alla lotta all’imperialismo statunitense. Le basi nord-americane impiegano, spesso quasi a costo zero, i nostri beni comuni, che vengono perciò messi al servizio dell’egemonia degli USA e del loro modello politico, economico, sociale e culturale. E' dunque riconnettendo la lotta anti-imperialista alla difesa del territorio e dei beni comuni che dobbiamo sostenere la formazione di un movimento che si ponga come prospettiva la chiusura della totalità delle circa 113 basi militari USA e l’uscita dell’Italia dalla Nato, radicalizzando le lotte condotte dai diversi comitati e coordinamenti dei cittadini sorti sul territorio, volti ad aumentare il dissenso nei confronti della presenza militare yankee.
Primi firmatari:
Roberto De Filippis
Daniele Maffione
Chiara Pollio
Cesare Mussini
Marco Nebuloni
Cosimo Bruzzo
Erwin Dorigo
Beniamino Simioli
Davide Di Rado
Marco Contu
Mauro Azzolina
Maria Masone
Massimo Lorusso
Antonio Callà
Grazia Di Ottavio
Lorenzo Scoccati
Mattia Celsi
“Tocca ai giovani continuare sulla strada maestra, ai giovani continuare la Resistenza.”
Giovanni Pesce - Partigiano
Il clima di accentuata disgregazione sociale determinato da questa crisi è stato pretestuosamente utilizzato dal Governo Berlusconi per realizzare profondi e violenti attacchi ai diritti dei lavoratori, dei migranti e degli studenti, determinando una svolta classista, xenofoba e securitaria nel nostro paese, della cui egemonia sono vittime anche le forze moderate d’opposizione. Questo non è scollegato dall’avanzata del senso comune di destra e del neo-fascismo: è proprio il disagio sociale da un lato, e le risposte discriminatorie che le destre di governo forniscono dall’altro, a foraggiare la proliferazione dei gruppi neofascisti, ed a permettere a questi ultimi la conquista di agibilità politica e sociale. Persino le rivendicazioni storiche del movimento comunista, come il diritto alla cultura, gli spazi sociali e l'intervento nel disagio quotidiano, divengono campo d'azione di una nuova destra, che si palesa e nella veste “sociale” e in quella “istituzionale”.
E’ proprio per questo che l’antifascismo deve essere bussola imprescindibile di tutta l’azione politica dei GC, sia come riferimento politico-culturale, sia come pratica sociale da riconnettere alla natura anticapitalista di un’organizzazione giovanile comunista. Le radici del nostro antifascismo devono affondare in quel patrimonio di valori e di ideali che è stata la Resistenza, nella quale importanza centrale ebbero i ceti popolari e la classe operaia, nostri referenti sociali primari.
Oggi più che mai la condivisione di questi valori è doverosa e necessaria. Ma il valore fondante dell’antifascismo non va trasformato in semplice enunciazione di principio o momento cerimoniale. Esso deve vivere, in primo luogo, in un’azione di contrasto sul piano culturale contro chi tende, attraverso una continua opera di revisionismo, a svilire di significato questo patrimonio di idee. In secondo luogo (ma di certo non meno importante) è la nostra stessa militanza che va riformulata su queste basi, nell’obiettivo di contrastare i sempre più frequenti episodi di neo-fascismo, che si declinano nel vecchio cancro xenofobo, razzista, classista ed omofobo. Il primo passo operativo che proponiamo in questa direzione è che i G.C. si facciano promotori di Coordinamenti antifascisti permanenti, che aggreghino tutti i soggetti antifascisti e la cittadinanza democratica, con la funzione di mantenere viva la militanza antifascista e di non farsi cogliere impreparati di fronte a episodi che richiedano reazioni politiche immediate. Nostra priorità deve inoltre essere la stretta collaborazione nelle reti e network antifascisti che si sono costituiti nella lotta contro i rigurgiti reazionari; nelle quali i GC devono porsi l’obiettivo di spostare il fuoco dell’azione dal semplice contrasto ai gruppi di estrema destra ad una battaglia che tenga assieme lotta al neo-fascismo ed alle politiche reazionarie del Governo Berlusconi. Non va poi dimenticata la necessità di un sempre più forte sostegno, con conseguente campagna d’iscrizione massiccia, alle varie sezioni ANPI, vista la recente apertura ai giovani all’interno dell’associazione.
Primi Firmatari:
Daniele Maffione
Luca Marchi
Chiara Pollio
Mattia Celsi
Marco Nebuloni
Cosimo Bruzzo
Erwin Dorigo
Beniamino Simioli
Davide Di Rado
Maria Masone
Marco Contu
Mauro Azzolina
Roberto De Filippis
Massimo Lorusso
Antonio Callà
Grazia Di Ottavio
Lorenzo Scoccati
mercoledì 16 dicembre 2009
mercoledì 18 novembre 2009
La scuola pubblica è in serio pericolo: la Polizia risponde e arresta 9 dissidenti!! L'opinione di un Giovane Comunista...
Nella mia attività politica ho avuto modo di conoscere personalmente compagni anarchici che, al contrario, hanno una visione di lotta che contempla pratiche violente, o più semplicemente illegali, con cui tuttavia condivido lo stesso medesimo progetto: una società migliore fondata sull’uguaglianza, la libertà e la solidarietà. Diversi i mezzi, identico il fine.
Venerdì in Università Statale a Milano degli studenti di un collettivo anarchico sono entrati in sede Cusl (una cooperativa che fa capo a Comunione e Liberazione), e hanno stampato alcune centinaia di fotocopie senza pagarle, come segno di protesta verso i moltissimi privilegi ingiustificati di cui questa organizzazione gode a Milano e in Lombardia. All’uscita sono stati fermati dai gestori della libreria e ne è nato un tafferuglio in cui gli studenti hanno avuto la meglio. Dopo il deprecabile gesto i compagni anarchici sono stati naturalmente denunciati. La sera di venerdì un comando di forze dell’ordine organizza una vera e propria operazione di sgombero della casa occupata in cui i compagni anarchici del sopracitato collettivo organizzano da tempo eventi culturali e sociali aperti a tutta la cittadinanza, e ne arresta 5, di cui uno a San Vittore gli altri ai domiciliari, pena prevista per l’accusa di rapina: due anni.
La mattina di oggi, martedì 17 novembre, il corteo degli studenti medi, indetto per la Giornata Internazionale del Diritto allo Studio, viene inevitabilmente caratterizzato da una certa preoccupazione verso l’esagerata reazione poliziesca nei confronti degli studenti anarchici e il tragitto autorizzato viene deviato in senso di protesta: il corteo diventa abusivo. Le forze dell’ordine intervengono bruscamente e fermano 4 studenti liceali di cui 2 rilasciati nel pomeriggio e gli altri agli arresti. L’accusa è di corteo non autorizzato, il processo sarà per direttissima. Nel pomeriggio viene indetto un presidio di protesta nella centralissima piazza San Babila: la tensione è alta.
Ho partecipato al presidio e ho incontrato compagni di diversi collettivi, scuole, età e partiti e il pensiero generale è stato: gli studenti avranno pure sbagliato, ma una reazione così repressiva è tollerabile? Si può finire agli arresti domiciliari per 30€ di fotocopie? Si può finire in questura a 18 anni per aver deviato il corso di una manifestazione per il diritto allo studio? La risposta non può che essere categoricamente negativa.
In un momento in cui la Scuola Pubblica viene messa in forte discussione dal sistema, la Polizia ha di fatto dato un chiaro segnale politico intimidatorio a tutti i dissidenti, cominciando dai più estremisti. Io e altri Giovani Comunisti lombardi non siamo riusciti a rimanere indifferenti, e per questo eravamo in piazza con le bandiere nel nostro Partito.
Non possiamo aspettare che vengano a bussare anche alla nostra porta, quando ormai l’Università sarà a pagamento, quando la scuola sarà preparazione tecnica al sistema e non più educazione ad una vita critica, quando non si insegneranno più la filosofia, la letteratura e la storia nelle scuole pubbliche, e si dovrà ricominciare a combattere per un diritto che ci sembrava naturale avere. La Polizia deve capire che la nostra lotta è anche quella dei suoi figli e dei suoi nipoti, che l’ordine non vale niente se è imposto con la forza.
Certo, vorrei vedere gli studenti milanesi più compatti, non viziati da inutili personalismi e da dannose corse per la ribalta mediatica. Vorrei partecipare a cortei organizzati in maniera più chiara, con un servizio d’ordine, con il mandato chiaro di evitare provocazioni che non ci possiamo permettere. Vorrei che i Giovani Comunisti lombardi tornino a fornire ai movimenti la loro esperienza di giovanile di partito caratterizzata dalla lotta e dal conflitto.
È già tardi ed è inutile aspettare, la scuola geme, le fabbriche chiudono, serve politica.
A Milano gli studenti tornano a reagire in massa dopo la chiusura delle scuole civiche serali Grassi e Gandhi, dopo il trasloco forzato dell’Accademia di Brera, dopo il rischio di chiusura della mensa del Politecnico, dopo la dura repressione poliziesca. Noi comunisti ci vogliamo essere?
giovedì 5 novembre 2009
Comunicato stampa GC Napoli - NO all’oscuramento mediatico dei precari della scuola!
Comunicato Stampa Giovani Comunisti:
NO all’oscuramento mediatico dei precari della scuola!
I Giovani Comunisti di Napoli solidarizzano con il Coordinamento dei Precari della Scuola di Napoli e Avellino ed aderiscono al presidio contro l’oscuramento mediatico del 6 Novembre davanti la sede regionale della RAI.
Come Giovani Comunisti, riteniamo il diritto all’istruzione un valore di fondamentale importanza, dichiarato e protetto dalla nostra Carta Costituzionale; valore che oggi viene sottoposto ad un’opera di costante smantellamento da parte delle politiche di tagli del Governo Berlusconi. L’attacco viene condotto nella maniera più violenta contro docenti precari e personale ATA: quei lavoratori, cioè, che dovrebbero avere la responsabilità di assicurare un’istruzione pubblica e di qualità, e per i quali invece il destino è quello dell’estromissione dal mondo della scuola. Si tratta di un vero e proprio licenziamento di massa, che ha in Campania il suo primato numerico. Così, il Governo riesce a colpire contemporaneamente il diritto all’istruzione, quello al lavoro e lo stesso valore della democrazia, di cui la scuola è il principale baluardo.
I Giovani Comunisti ritengono scandaloso l’oscuramento mediatico di cui la vicenda dei precari della scuola è stata oggetto, e si unisce al CSP di Napoli e Avellino nel richiedere con forza ai mezzi di informazione di dare il giusto peso e spazio alla lotta dei precari per la scuola pubblica ed il lavoro, che è insieme lotta per i diritti di tutti e la democrazia.
I Giovani Comunisti di Napoli
giovedì 29 ottobre 2009
Il conflitto, l'organizzazione, la rifondazione comunista: proposte per i Giovani Comunisti
I Giovani Comunisti come soggetto autonomo e conflittuale
Il marxismo come strumento d'analisi della realtà
Vogliamo un Partito che sia un “intellettuale collettivo”
Le istituzioni e la rappresentanza di classe
Politicizzare il conflitto capitale-lavoro
Lotta antifascista e difesa dell'istruzione pubblica
L'unità si costruisce a partire dalle lotte
Il recupero del progetto originario della rifondazione comunista
http://giovanicomunistiappello.blogspot.com/ (sul blog l'elenco dei firmatari)
martedì 6 ottobre 2009
Comunicato Gc Napoli sull'aggressione fascista - SGOMBERO IMMEDIATO!
Oggi 6 Ottobre 2009 uno studente della scuola superiore “Margherita Di Savoia” di Napoli ha subito una barbara aggressione da parte del gruppo neo-fascista “Casa Pound”. Francesco Traietta, aggredito appena fuori la scuola, ha riportato la frattura di una costola.
Casa Pound dimostra ancora una volta la propria natura violenta e fascista di fronte alla quale nessuna tolleranza è più possibile.
I Giovani Comunisti di Napoli esprimono la loro piena solidarietà al compagno vittima dell'aggressione e richiedono alle istituzioni tutte l'IMMEDIATO SGOMBERO della struttura occupata da Casa Pound a Materdei.
Proponiamo inoltre una mobilitazione antifascista, popolare e di massa, che sottragga ogni diritto di cittadinanza e legittimità ad un'organizzazione che sistematicamente si fa portatrice di messaggi intolleranti, xenofobi, omofobi e pratiche politiche espresse soltanto tramite violenza.
Giovani Comunisti
Federazione di Napoli
lunedì 14 settembre 2009
"Botte dai leghisti perché albanesi"
VENEZIA - Aggrediti e malmenati da un gruppo di persone vestite di verde. E’ la denuncia di due camerieri albanesi di un ristorante dietro Piazza San Marco, a Venezia. L’episodio, avvenuto ieri e confermato dalla questura di Venezia, è stato reso noto dal consigliere comunale dei Verdi, Beppe Caccia, per il quale si è trattato di una aggressione a sfondo razzista messa in atto da "squadristi militanti della Lega".
I due camerieri, che hanno riportato lesioni guaribili in trenta e sette giorni e ora si riservano di presentare una denuncia insieme al titolare del ristorante, hanno raccontato di avere avuto un diverbio con uno dei quattro aggressori poco prima della colluttazione.
A quanto si apprende, ieri le 11,40 alla Briccola in Calle degli Specchieri, è entrato un giovane sui trent’anni, visibilmente ubriaco e con un amaglietta con slogan leghisti. Che, all’improvviso, ha iniziato a battere con il pugno contro la vetrina del ristorante. A quel punto uno dei camerieri, di nazionalità albanese, è uscito per allontanarlo.
Per tutta risposta sono partiti gli insulti: "Che cazzo vuoi, fammi vedere il permesso di soggiorno". A quel punto la situazione è degenerata. "Sono entrati in sette-otto, tutti leghisti, ed è successo l’inferno - raccontano i lavoratori - Hanno buttato a terra una lattina di birra, poi hanno rovesciato tavoli e sedie, sfasciando mezzo locale. Avevamo davvero paura". L’aggressione è continuata con le botte al cameriere albanese. Poi gli aggressori soo scappati e si sono mischiati con i manifestanti della Lega radunati nei pressi.
Le nuove prospettive del caso Carlo Giuliani
giovedì 3 settembre 2009
Venezia, caricato corteo dell'Onda
Ore 18.10 - Il testo che segue è stato diffuso alcuni minuti fa in una mailing list nazionale di movimento
«E' stato caricato pochi minuti fa il corteo composto da alcune centinaia di studenti dell'Onda e precari dello spettacolo in corso al Lido di Venezia, riunitisi alla spiaggia occupata di Global Beach, per protestare contro i tagli alla cultura e all'università. Il corteo stava raggiungendo in modo assolutamente pacifico e comunicativo l'Hotel Des Bains, nei pressi del tappeto rosso, di fronte a cui gli attivisti volevano lanciare una protesta simbolica e colorata contro la presenza al Lido del Ministro della Cultura Bondi, esponente del governo che sta sottraendo milioni di euro di fondi alla cultura, e distruggendo il sistema universitario pubblico italiano. La carica della polizia contro i precari e gli studenti è stata improvvisa e violenta, ed ha causato alcuni feriti, fortunatamente in modo non grave»
mercoledì 26 agosto 2009
Come proseguire il cammino della Rifondazione Comunista?
1° Corso di Formazione politica di sinistracomunista*
(26/31 agosto - Rocca di Papa - Roma)
Sabato 29 agosto alle 16,30 a Rocca di Papa
Incontro/dibattito
COME PROSEGUIRE IL CAMMINO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA?
con
G. Pegolo - R. Mantovani - S. Valentini - B. Bracci Torsi
Modera: L. Petrone
Info: Daniele - 3343123484
venerdì 10 luglio 2009
COMUNICATO Giovani Comunisti Napoli - G8 de L'Aquila
Vogliamo esprimere profonda soddisfazione per la notizia giuntaci in queste ore secondo cui tutti i 21 compagni arrestati negli scorsi giorni sono stati rilasciati. Questo sembra quasi confermare la nostra ipotesi secondo cui gli arresti ad orologeria avevano l'obiettivo di sfiduciare il movimento anticapitalista dell'Aquila. Quest'obiettivo non è stato raggiunto; ma nondimeno, la repressione non si è fermata. Stamattina stessa, infatti, la polizia ha fermato alcuni compagni dei C.A.R.C. che in auto si muovevano dalla Toscana per raggiungere l'Aquila e partecipare alla manifestazione. A tutt'ora, questi compagni sono tenuti dalle forze dell'ordine in stato di fermo.
SIAMO SOLIDALI CON I COMPAGNI DEI C.A.R.C. FERMATI E NE CHIEDIAMO IMMEDIATO RILASCIO
LIBERTA PER I COMPAGNI ARRESTATI!
NESSUNO CRIMINALIZZI LA CONTESTAZIONE!
lunedì 6 luglio 2009
LIBERTA' PER GLI STUDENTI!
Immediatamente dopo la notizia, il movimento studentesco si è riorganizzato per compiere una serie di manifestazioni davanti alle proprie università ed occupazioni di rettorati a Milano, Venezia, Bologna, Napoli. "Le occupazioni hanno l'obiettivo di ottenere un confronto con quei rettori che, durante il G8 sull'università, stavano ' dall'altra parte' ", afferma Roberto De Filippis, dei Giovani Comunisti di Avellino ma militante nel movimento studentesco napoletano, "vogliamo che prendano posizione e si schierino anche con una semplice dichiarazione in maniera solidale con i loro studenti arrestati". In tutta Italia si stanno tenendo in queste ore assemblee di movimento, per coordinare gli sforzi di tutte le realtà e dare un segno della presenza della conflittualità studentesca.
Immediata la replica del Segretario del PRC Paolo Ferrero, che ha commentato con il seguente comunicato stampa "Gli arresti di stanotte, che seguono le limitazioni del diritto a manifestare attuate in varie occasioni dal governo ed un clima di intimidazione in occasione delle manifestazioni, segnalano in modo pieno la strategia del governo: cerca di trasformare il confronto politico e sociale in un problema di ordine pubblico e in questo modo di circoscrivere e ridurre al minimo le espressioni del dissenso. Il tutto mentre i provvedimenti del governo - a partire dal pacchetto sicurezza - violano palesemente la Costituzione e legittimano il formarsi di squadracce in ogni città.
E’ del tutto evidente che gli arresti di stanotte sono arresti ad orologeria, tesi a criminalizzare il movimento contro il G8: si tratta di una operazione politica inaccettabile che denunciamo con forza.
Per parte nostra siamo impegnati alla costruzione di un movimento di massa contro le politiche del governo e di Confindustria, a partire dalle iniziative contro il G8. Riteniamo infatti che solo la costruzione di un largo movimento di massa, non violento nei modi quanto radicale nei contenuti, possa sconfiggere il tentativo reazionario del governo e aprire la strada ad una uscita da sinistra e democratica dalla crisi attuale."
Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa dei GC di Napoli:
"I Giovani Comunisti di Napoli esprimono piena solidarietà ai 21 studenti arrestati nell’ambito delle indagini sui fatti del G8 di Torino. Siamo con Paolo Ferrero nell’affermare che gli arresti suonano come una vera e propria bomba ad orologeria dal sapore fortemente intimidatorio nei confronti delle realtà conflittuali e di movimento, proprio perché vengono realizzati a tre giorni dall’importante appuntamento del contro G8 de L’Aquila. Ancora una volta, e in misura sempre più aggressiva, si realizza quella strategia di governo che vuole spostare il confronto dal piano politico a quello poliziesco.
Appoggiamo le occupazioni dei rettorati che il movimento studentesco ha messo in atto a Milano, Venezia, Bologna, Napoli per chiedere ai rettori, che hanno partecipato ai lavori del G8 sull’Università, di rispondere della loro posizione ora ed esprimere solidarietà rispetto ad una azione di criminalizzazione che si sta abbattendo i loro stessi studenti.
NESSUNO CRIMINALIZZI IL MOVIMENTO
I GIOVANI COMUNISTI DI SINISTRA COMUNISTA SI ASSOCIANO AI MOVIMENTI TUTTI NEL CONDANNARE GLI ARRESTI INTIMIDATORI E NEL RICHIEDERE L'IMMEDIATA SCARCERAZIONE DEGLI STUDENTI ARRESTATI!
sabato 27 giugno 2009
Il muro della vergogna
Ramallah, 18 giugno 2009
Cari amici,
mancano meno di tre settimane al quinto anniversario della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sullo smantellamento del Muro. Il fatto che la costruzione del Muro continui, a cinque anni dalla sentenza, è la prova lampante dell’impunità che la comunità internazionale garantisce ad Israele.
In questo anniversario, facciamo appello ai sostenitori dei diritti dei Palestinesi in tutto il mondo affinché rinnovino i loro sforzi nella lotta contro il Muro dell’Apartheid.
Come Campagna Palestinese contro il Muro dell’Apartheid e Comitati Popolari contro il Muro e le colonie, stiamo resistendo al Muro sin dall’inizio della sua costruzione.
Oggi, la gente che si mobilita nelle proteste settimanali per difendere la propria terra contro il Muro affronta una repressione in rapida crescita da parte dell’esercito israeliano e noi vi chiediamo di unirvi a noi contro gli arresti, i ferimenti e gli assassinii del nostro popolo.
Cinque anni fa, la Corte Internazionale di Giustizia sembrava aver rafforzato la nostra battaglia. Il 9 luglio 2004, la Corte sentenziò che:
- la costruzione del Muro nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, è illegale e che Israele doveva cessarne la costruzione, smantellare le parti già costruite e risarcire i danni causati.
- nessuno Stato avrebbe dovuto fornire aiuto o assistenza al mantenimento del Muro ed al suo regime e tutti gli Stati aderenti alla IV Convenzione di Ginevra sono obbligati ad assicurare il rispetto da parte di Israele delle leggi umanitarie internazionali.
Nonostante la chiarezza di questa sentenza, né Israele, né la comunità internazionale hanno indicato che intendono rispettare i loro obblighi verso il Diritto Internazionale. Invece, il Muro è semplicemente scomparso dall’agenda della diplomazia internazionale, mentre continuano le distruzioni di cui è causa.
Nei primi quattro mesi di quest’anno, l’esercito israeliano ha già costruito più parti del Muro che nell’intero 2008. Come risultato di questo progetto, lo sbalorditivo numero di 266.422 Palestinesi che vivono in Cisgiordania sono circondati, isolati e con la prospettiva della deportazione.
Le Nazioni Unite non hanno fatto nulla per realizzare la decisione della Corte Internazionale di Giustizia e, con l’eccezione di pochi governi, gli Stati non hanno fatto pressione o attuato sanzioni verso Israele. L’imprenditoria internazionale continua a finanziare ed a fornire materiali sia per la costruzione del Muro che per le colonie.
Se l’amministrazione Obama e i governi europei fossero seri sulle loro posizioni sulle colonie, per prima cosa imporrebbero il rispetto della sentenza della Corte, che evidenzia l’illegalità del Muro, delle colonie e del regime che vi è associato. In questo modo, i leader politici potrebbero far rispettare il Diritto Internazionale e restituire ai popoli fiducia nella pace e nel futuro.
Lasciati soli a difendere i propri diritti e le norme del Diritto Internazionale, i comitati popolari hanno continuato le mobilitazioni con il sostegno dei difensori dei diritti umani di tutto il mondo. Hanno rallentato la costruzione del Muro e ottenuto restituzioni di terre, ma l’obiettivo finale di abbattere il Muro è ancora lontano. I villaggi palestinesi continuano a pagare un alto prezzo per la loro determinazione: 16 persone, la metà delle quali bambini, sono già state uccise dalle forze israeliane nel corso delle proteste, mentre altre centinaia sono state ferite o arrestate.
Interi villaggi subiscono il coprifuoco e la chiusura dei cancelli del Muro come punizione collettiva.
L’utilizzo abituale di pallottole di plastica contro le persone sulla loro stessa terra è solo l’ultima di una lunga serie di misure che violano i nostri diritti politici.
Vi chiediamo di mobilitarvi insieme a noi in occasione del quinto anniversario della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia e di aiutarci a proteggere i comitati popolari, di rimettere il Muro nella vostra agenda, di fare pressione sui vostri governi e sulle Nazioni Unite perché si conformino al loro obbligo di realizzare la sentenza della Corte e di fermare gli affaristi internazionali che traggono profitto dai crimini israeliani.
Voi potete fare questo:
- Organizzando eventi di sensibilizzazione per il 9 luglio
- Contattando i vostri organi di informazione e chiedendogli di informare sul Muro e sulla lotta contro di esso
- Scrivendo ai vostri consolati e ai vostri parlamentari e chiedendogli di protestare contro la repressione dei comitati popolari e di impegnarsi per la realizzazione della sentenza della Corte Internazionale di Giustizia
- Includendo il Muro nelle vostre campagne ed iniziative politiche.
Grazie per il vostro sostegno.
Campagna Palestinese contro il Muro dell’Apartheid
mercoledì 24 giugno 2009
Napoli, aggressione omofoba. C´è l´identikit, caccia al branco.
C´è l´identikit del branco. E c´è la rabbia per una notte di violenza culminata con il pestaggio di Maria Luisa, la ragazza di 26 anni che è intervenuta per difendere un amico gay e ora rischia la perdita dell´occhio sinistro. Ricoverata nella divisione di Chirurgia vascolare dell´ospedale dei Pellegrini, i sanitari le hanno diagnosticato fratture multiple all´orbita dell´occhio sinistro. Dovranno operarla, non appena l´occhio si sgonfia. E mentre I-Ken, Arcilesbica e Arcigay, organizzano una fiaccolata per domani in piazza Bellini (appuntamento alle 19), i carabinieri sono sulle tracce del branco che nella notte tra domenica e lunedì ha aggredito Maria Luisa e il suo amico.
Gli investigatori stanno cercando in particolare due ragazzi. Uno è alto un metro e 55, corporatura esile, 20 anni circa, capelli castano scuri, a spazzola, rasati ai lati. Ha il viso scavato, occhi scuri e baffi incolti. Segno distintivo: un tatuaggio sul braccio destro. La sera dell´aggressione indossava una polo arancione. L´altro, ricorda Maria Luisa, aveva addosso un giubbotto nero, è un po´ più alto, circa un metro e sessantacinque, corporatura robusta ed è più giovane, circa 17 anni. Anche lui ha i capelli rasati. Secondo i carabinieri, però, non sono Skinheads: di certo sono ragazzi del quartiere Sanità.
«La cosa che più mi fa male?», si chiede Carlo Cremona, presidente I Ken, «ho ascoltato molti ragazzi presenti alla scena e mi hanno detto che l´amico di Maria è stato insultato e preso di mira per tutta la serata. Non si è trattato di un´aggressione improvvisata, ma è durata ore e la gente che era in piazza non ha fatto niente. È rimasta ferma. Solo Maria Luisa ha avuto il coraggio di intervenire ed è stata pestata. Se invece avessero reagito tutti non sarebbe accaduto nulla». Indifferenza e paura. «Quanto accaduto in piazza Bellini è indegno di una società civile – interviene il sindaco Rosa Russo Iervolino- È un preoccupante segno di intolleranza che colpisce la nostra comunità. Sono affettuosamente vicina a questa ragazza intervenuta con generosità e coraggio contro l´inaudita violenza del branco».
E l´assessore alla Legalità Luigi Scotti, insieme all´assessore Pari opportunità, Valeria Valente, da un lato invitano «cittadini e associazioni a dare un segno forte e a partecipare in tanti alla fiaccolata» di domani, dall´altro si impegnano a fare la propria parte «per garantire una maggiore sicurezza di chi, omo o etero che sia, sta trascorrendo una serata e viene aggredito, rafforzando da subito in quella zona la presenza della polizia locale». Ma soprattutto Scotti e Valente chiedono «una più stringente collaborazione delle forze dell´ordine» e sollecitano «misure di sicurezza e controllo per scongiurare il ripetersi di simili atti». I consiglieri comunali Francesco Nicodemo (Pd) e Francesco Minisci (Movimento per la sinistra) annunciano per domani mattina un incontro tra il questore e le associazioni gay, lesbiche e Lgbt. Le stesse che stanno organizzando la fiaccolata: «Faremo un sit-in e una fiaccolata – spiegano Arcilesbica, I ken, Arcigay e l´Udi – un presidio per dire basta alla violenza e per sentire la piazza nostra, sicura, viva».
Numerosi i messaggi di solidarietà: l´Arcigay offre assistenza legale e Imma Battaglia, leader del movimento gay, chiede l´intervento del ministro dell´Interno Roberto Maroni.
«Di fronte a questi atti dobbiamo convincerci a non arrenderci. Dobbiamo contrapporci con la nostra realtà concreta», commenta il cardinale Crescenzio Sepe. «Non si senta sola Maria Luisa in queste ore», scrive sul suo blog Antonio Bassolino. Solidarietà anche dall´assessore alle Politiche sociali della Regione, Alfonsina De Felice, e dall´assessore comunale Giulio Riccio (ieri in ospedale per visitare Maria Luisa), da Leonardo Impegno, presidente del Consiglio comunale e da Sandra Lonardo, presidente del Consiglio regionale.
Fonte: La Repubblica, edizione di Napoli