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giovedì 4 giugno 2009

Arresti in Campania, i fatti confermano la battaglia di Rifondazione

La raffica di arresti ieri in Campania nell'ambito dell'operazione 'Green', riguardante i collaudi di ex impianti Cdr che sarebbero stati falsati, scoperchia la pentola di un disastro ambientale e sanitario su cui in molti hanno taciuto, e che solo alcune forze sociali e politiche hanno avuto il coraggio di denunciare apertamente. Ai domiciliari sono finite quindici persone, tra le quali il presidente della provincia di Benevento ed ex rettore dell’Unisannio, Aniello Cimitile del Pd, professori universitari, tra cui gli ex presidi della facoltà di ingegneria della Federico II di Napoli Oreste Greco e Vincenzo Naso e Rita Mastrullo, ordinario presso la stessa facoltà. Infine, il direttore del termovalorizzatore di Acerra Vittorio Vacca e alcuni funzionari della Regione Campania. Sono tutti indagati per falso ideologico, avendo attestato l'idoneità degli impianti quando erano già sequestrati e la conformità del loro prodotto alle specifiche del contratto stipulato tra Regione Campania e Fibe, società del gruppo Impregilo.

Solo poche settimane fa, il candidato alla Presidenza della Provincia di Napoli per la Lista Comunista Tommaso Sodano, da anni impegnato nelle battaglie contro la cattiva gestione della questione rifiuti, aveva presentato un esposto presso la procura della Repubblica in cui denunciava “gravi irregolarità che gli enti preposti stanno commettendo nella gestione del ciclo dei rifiuti”. Se confermati, gli arresti di ieri suonerebbero come la dimostrazione dell’evidenza di ciò che Sodano denuncia sin dal 2001. “Che gli impianti Cdr non funzionassero a norma lo stiamo denunciando da otto anni a questa parte,” afferma. E prosegue:“sulla difesa di questi siti c’è stata una sinergia bipartisan, da Bertolaso a Bassolino fino a Berlusconi che, durante la cerimonia di inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra, ha definito i vertici Impregilo degli ‘eroi’.”

“Noi continuiamo a dire no a una gestione scellerata dell’emergenza rifiuti, al business e all’arricchimento basato su impianti che non funzionano, ma che producono solo danni alla nostra salute e a quelli dei nostri figli. L’alternativa ai rifiuti nelle strade e ai siti non a norma esiste – aggiunge – occorre puntare su un ciclo virtuoso dei rifiuti, sul riciclo delle materie prime investendo sui rifiuti come risorsa. E’ necessario – conclude il candidato alla presidenza della Provincia di Napoli - mettere un punto a questa gestione che ha provocato danni all’ambiente e alla salute. Diciamo no al cattivo funzionamento dei siti e alle lobby che sono alle spalle di questa gestione criminale”.

Le reazioni arrivano anche dal mondo dei precari della ricerca e dagli studenti.

"La mia cultura politica garantista" afferma Andrea Genovese, dottorando della Facoltà di ingegneria della Federico II di Napoli e militante del PRC "mi impone di attendere l'ultimo grado di giudizio prima di emettere pareri definitivi. Eppure, di fronte agli arresti di oggi (ieri per chi legge), che confermano quanto denunciato dal Partito della Rifondazione Comunista e da un vasto movimento popolare negli ultimi anni, non posso che esprimere una sensazione di tristezza. Qualora, infatti, le accuse mosse ai docenti di Ingegneria dovessero rivelarsi veritiere, ci troveremmo in una condizione surreale. Da aspirante ricercatore, ho sempre visto in queste personalità dei 'maestri', nel senso letterale del termine, quello del latino 'magister'. Che presuppone, oltre all'essere grandi uomini di scienza, l'essere portatori di un'etica d'acciaio; saper trasmettere, oltre che formule e nozioni, anche un modo di svolgere la professione di ingegnere conforme a una visione
sociale e progressiva del sapere. Mi dispiacerebbe se tutto ciò venisse drammaticamente a mancare, a vantaggio di una subcultura fatta di affarismo ed arrivismo, le grandi piaghe del sistema economico capitalista".

Lo sconcerto è sincero nelle parole di Francesca Pettinati, Giovane Comunista e membro del Comitato in Difesa dell'Università Pubblica di Ingegneria: "mi colpisce soprattutto la notizia secondo la quale anche il nostro ex-preside, il prof. Vincenzo Naso, che stimavamo come docente corretto e affidabile, sarebbe coinvolto negli arresti. Se le accuse dovessero essere confermate, questa sarebbe ennesima riprova del malcostume secondo il quale in questo Paese, e soprattutto nel nostro meridione, le posizioni di potere vengano spesso utilizzate per ottenere un proprio tornaconto. Trovo assurdo e paradossale che proprio le cariche pubbliche, la cui funzione dovrebbe essere messa innanzitutto a servizio della collettività e del bene pubblico, divengano invece posizioni di rendita a partire dalle quali realizzare interessi tutti privati. La cosa è ancora più grave se si considera il danno che è stato arrecato per mesi, e forse per anni, ad un bene tanto delicato ed importante come la salute dei cittadini, oltre allo scempio permanentemente inferto al nostro territorio ."

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