Giovani Comunisti di Sinistra Comunista*

per una svolta a sinistra tra i Giovani Comunisti!

venerdì 3 aprile 2009

Un voto contro la crisi, per l'alternativa


03-04-09

di Daniele Maffione*

Questa volta il voto utile serve davvero. Non va dato, però, al Partito Democratico, che ha sostenuto lo sbarramento al 4% con il P.d.l. di Berlusconi, e che fa tutto tranne l’opposizione al governo della destra. Tanto meno all’Italia dei Valori, che cerca di cavalcare l’assenza della sinistra dal Parlamento italiano. Questa volta il voto utile bisogna darlo alla lista comunista ed anticapitalista, che presenterà un proprio cartello elettorale ed un progetto alternativo per le elezioni europee.

Discontinuità. Questa è la parola chiave che anima la lista anticapitalista, che si rivolge direttamente alla testa ed alla pancia dei lavoratori in cassa integrazione, ai precari, agli studenti ed agli emarginati della società capitalista, nella quale è in atto una crisi economica che, come scrive l’economista Emiliano Brancaccio sulle pagine di Liberazione del 2 aprile, per dimensioni e conseguenze, sarà peggio di quella del famigerato 1929.

Tuttavia, bisogna evitare di commettere gli errori del recente passato, che spinsero i dirigenti dei partiti della sinistra ad animare il cartello elettorale de La Sinistra L’Arcobaleno dell’aprile 2008, presentandolo come l’atto costituente di un nuovo partito della sinistra. In quel periodo, una parte dei gruppi dirigenti di sinistra spingeva in quella direzione, senza rendersi conto che lo sbocco sarebbe stato perdente in partenza: non si coglievano le esigenze concrete dell’elettorato storico di sinistra, che non è legato tanto ai simboli, quanto ai programmi. Il resto è storia. E’ importante, perciò, non presentare il cartello della sinistra comunista ed anticapitalista come la costituente di un nuovo partito. Rifondazione comunista, che è il partito più grande della coalizione, insieme agli altri soggetti che animano la lista, deve rimanere una formazione politica autonoma, che inizia un percorso d’unità d’azione con altre forze per la costruzione di un fronte politico contro il capitalismo. Questo è il dato essenziale di queste elezioni, suddivise tra europee ed amministrative, poiché restituisce alla sinistra i suoi tratti originari d’antagonismo al capitale, che è la risposta più concreta alle esigenze degli oppressi, che in Italia ed in Europa stanno opponendo la propria resistenza alle scelte padronali.

Il voto alla sinistra anticapitalista, inoltre, porta con se anche un altro significato: è il modo più concreto di combattere il governo Berlusconi ed il blocco sociale che lo sostiene, in cui, le banche, gli industriali, i finanzieri, il Vaticano accrescono immensamente il proprio potere, a scapito degli operai e dei soggetti subalterni.

Altre soluzioni stavolta non sono praticabili. Il Partito Democratico, sconvolto dagli scontri interni e privi di un’identità di sinistra, crede di poter rispondere a Berlusconi con le sue stesse armi, cioè con il populismo. Di Pietro tenta di conquistare credibilità sui temi del lavoro candidando un ex-sindacalista come Maurizio Zipponi, ma perde la vista e la parola di fronte alle cariche della polizia contro gli operai e gli studenti. La lista “Sinistra e Libertà”, animata da ceto politico, che per anni ha condotto la sinistra alla catastrofe, raccoglie, sotto un unico cartello, soggetti e culture politiche che dovrebbero fare a cazzotti fra loro, con l’unico obiettivo di frantumare quella sinistra che si dice di voler unire!

No, oggi più che mai il voto non va regalato a chi non lo merita! Milioni di lavoratori rischiano di perdere la propria autonomia, non eleggendo le istanze politiche che storicamente ne esprimono gli interessi. Il voto è una conquista della Rivoluzione francese, poiché attribuisce ad ogni cittadino la possibilità di esprimere la propria opinione. In Italia, c’è voluta la Resistenza per affermare il suffragio universale di uomini e donne. Questo diritto va difeso. Questa volta, il voto alla sinistra anticapitalista è un pugno contro i padroni ed i razzisti, contro la disoccupazione e la guerra fra poveri, contro i ladri e gli speculatori, contro la repressione del dissenso ed il neofascismo. E, soprattutto, è un voto per l’alternativa, perché superare il 4% per noi comunisti non sarà una vittoria, ma solo l’inizio della controffensiva all’oppressione borghese.

*Coordinamento nazionale Giovani Comunisti Area SinistraComunista

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